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Lemuria. Casa, finalmente.

Incredibile come durante la meditazione tutto sia chiaro, come i pensieri e le immagini siano così reali da farmi piangere e come dopo pochi minuti tutto diventi sfumato come un sogno tanto da farmi dubitare, le prime volte, che fosse stato vero. Ora lo so che è vero.

Ora so molte più cose. Le so e basta.

Un libro su Lemuria, Casa,  spunta dalla mia borsa. La collega mi chiede cosa sia, le dico in due parole di che si tratta e lei sorride.

Quindi un fantasy“? Sorride…attende una risposta che non arriva.

Per chi ama i fantasy forse, si, per me, è la storia di casa mia“. Mi guarda. Non credo voglia andare oltre e nemmeno io.

Non ho la necessità di dire tutto ma solo quello che a volte è tropo grande perchè un cuore solo lo contenga. Molti non capiranno ma altri si. Mi basta.

Ho visto. Ho visto e ho sentito e ho saputo e questa storia mi è entrata dentro come un pugno e mi ha dilaniata e sto cercando di rimettere insieme i pezzi perchè non sono qui per distruggermi di malinconia. Non era questo il piano. Ma un pò ci vuole, un pò ci vuole per accordare di nuovo il cuore e il battito, stabilizzarli e convincerli che la storia è un’altra. Che sono qui per altri motivi non per soffrire e struggermi per il passato. Ho perso le frequenze, devo ricordarmi di respirare e a volte fermarmi e pensare sul serio a come si fa.

Ho chiesto così a lungo di vedere casa, ho chiesto e implorato e meditato e mi sono frustrata perchè non vedevo niente. Mesi passati a fare ore e ore di meditazioni trascendentali per imparare ad uscire da me e vedere….poi il cane abbaiava, l’adolescente mi chiamava, non ho mai smesso di crederci. Continuavo a chiedere e pregare e giurare che ero pronta e mi hanno accontentata sapendo che non era vero. Lo so. Li posso vedere che mi guardano e pensano: “noi lo sapevamo“. Perchè nessuno può essere pronto a questo. O forse si ma dopo un tempo più lungo o solo forse più giusto, ma che ne so io che sono nata senza conoscere il significato della parola pazienza.

Casa affondava, e mentre accadeva suonava questa canzone : Auld Lang Syne

La prima volta che l’ho sentita ho smesso di respirare e ho iniziato a piangere….piangere senza potere fermarmi, senza capire perchè piangevo, con una sensazione di solitudine e struggimento e disperazione e nostalgia da appiattirmi sul divano e stringere i pugni fino a farmi male, ed è così ogni volta, ogni volta senza eccezione, mi apre il cuore in mille pezzi li scompiglia, li catapulta nell’Universo e io resto li immobile e guardarli fluttuare senza saper fare a respirare e piango, finché non ho più lacrime.

Non è questa la mia missione. Ma ci vuole un pò di tempo per ritornare a saper fare a respirare senza finire in pezzi sparsi per il cosmo.

Meditazione di stasera….tra le altre cose, inimmaginabili per la mia mente umana, bolle che all’inzio avevo scambiato per stelle, bolle che salivano verso l’aria, verso terra, una terra che non c’era più e una colonna altissima vicino a me, che scendeva ed io con lei. Non c’erano dolore nè paura. Solo coscienza. E luce blu. E questa foto, trovata per caso (?) cercando tutt’altro, che mi ha levato il fiato…

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Quando riesco a concentrarmi, a non trattenere il respiro e sono pronta a lasciarmi andare le immagini arrivano, sono come onde che si abbattono con la forza di una burrasca ma senza fare male, quando si ritraggono lasciano una malinconia persistente ma va bene, l’ho chiesto io. Sono pronta. Non sono pronta. Ma sono felice.

E’ una sensazione troppo poco umana, emozioni troppo grandi per le mie capacità di scrittura ora….ma niente è paragonabile allo stupore di vedere casa ancora una volta e …. molto altro che tengo dentro il mio cuore.

Grazie Chriss, sorella delle stelle, per esserti fatta trovare. Grazie perchè senza di te tutto questo forse non sarebbe stato possibile, grazie per la tua presenza silenziosa e felina, che guida anche senza parlare, che spiega senza che io debba chiedere, faro in questo turbinio di immagini ed emozioni che ha rischiato più di una volta di travolgermi.

Grazie, di cuore. E non sarà mai abbastanza nè mai esaustivo di ciò che sento nel cuore.

Ma tu sai.

Should auld acquaintance be forgot,
and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot,
and auld lang syne*?

CHORUS:
For auld lang syne, my jo,
for auld lang syne,
we’ll tak’ a cup o’ kindness yet,
for auld lang syne.

And surely ye’ll be your pint-stoup!
and surely I’ll be mine!
And we’ll tak’ a cup o’ kindness yet,
for auld lang syne.

CHORUS

We twa hae run about the braes,
and pou’d the gowans fine;
But we’ve wander’d mony a weary fit,
sin’ auld lang syne.

CHORUS

We twa hae paidl’d in the burn,
frae morning sun till dine;
But seas between us braid hae roar’d
sin’ auld lang syne.

CHORUS

And there’s a hand, my trusty fiere!
and gie’s a hand o’ thine!
And we’ll tak’ a right gude-willie waught,
for auld lang syne.

CHORUS
lemuria7
Lemuria

3 pensieri riguardo “Lemuria. Casa, finalmente.

  1. Sai sempre scrivere con il cuore.
    Ogni volta che ti leggo…vorrei tanto esserti vicina abbracciarti e coccolati,alleviare le tue sofferenze che vorrei tanto non esistessero in questo mondo insieme a tanta solitudine che ci circonda,a volte basta poco.
    Hai un grande cuore…tanto coraggio, non abbatterti.
    Un abbraccio grande grande.
    Caterina

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