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Viola,ciocca.

Questa è lei, la mia mamma.
Tutta lei in una foto.
Quello che vedete sono un mazzolino di fiori, una mano che spunta e un golfino rosa.
Quello che vedo io in questa foto è tutta la mia mamma.
Quello che non potete vedere sono i suoi colori preferiti: i golfini lilla, cipria, carta da zucchero.
I suoi profumi – che vengono da creme con nomi strani e saponette francesi vendute in profumerie che conosce solo lei che gliele fanno arrivare direttamente da Marsiglia perchè è diventata amica della titolare che anche lei ama tanto la lavanda –  che le restano addosso per ore (pure questo non mi viene bene: su di me durano al massimo dieci minuti a meno che non mi ci affoghi) che non so come fa ma l’altro giorno Lampo ha dormito con lei sul divano e quando è tornato a casa sapeva di sapone alla lavanda pure lui.
Il modo che ha di tenere le mani che sembra sempre che non le stia stringendo e che le cose stiano per cadere ma non le cadono mai.
I suoi fiori. Fiori ovunque. Sui maglioni, nelle collane, nelle spille, nella forma dei lampadari e nei vasi sparsi per casa. Finti, veri, freschi, secchi, comprati, staccati furtivamente durante le passeggiate…
Come li guarda, come come si avvicina loro: guardinga, che sembra una intenta a rubare la Monna lisa dal Louvre, come li scruta, indecisa se strappargli la vita con un ultimo atto di egoismo o ammirarli da lontano.
Spesso li guarda e a malincuore li lascia dove stanno, spesso li raccoglie e li tratta come piccole anime come se potessero parlarle.
Questa è lei, tutta lei. In una foto.
La mia forza, il mio tormento, il mio stress, la mia migliore amica. Checché se ne dica. Sempre, pure quando tiriamo fuori artigli e unghie per massacrarci, che troppo vicine si sa, non va bene. Eppure lontane non possiamo stare (o forse lei si, potrebbe 🙂 ) per troppo tempo…
Non so come tu possa sopportarmi ogni giorno: quando rispondo male perchè sto male, quando rispondo male perchè sto bene, quando rispondo male che non si sa mai, tu ci sei sempre.
E quando non ci sei ci sono i tuoi tocchi magici in giro per casa.
Un mazzolino di fiori che non mi aspettavo – perchè io non li raccolgo, non mi fermo, vado di fretta –  tu me li fai trovare e loro parlano di te.
Non lasci mazzi di rose, bouquet ostentati, piante…
Trovi un vasetto senza nome che non sapevo nemmeno di avere e lo onori.
Gli cerchi un posto, non ti vedo ma so che fai così: giri per la stanza con il vasetto in mano cercando di capire dove potrebbe stare meglio. Il che non significa affatto che sia in una posizione comoda per me (magari davanti al microonde, così faccio per dire), ma è lì che secondo te lui deve stare. Questo fa sì che io non lo veda subito quando rientro a casa. Spesso passano ore prima che il mio sguardo percepisca qualcosa che non c’era prima che uscissi.
Prima che nell’ombra tu lasciassi un segno di te.
E così lo vedo, magari dopo una giornata presa da mille cose stupide, sorrido, mi si stringe il cuore e ti chiamo. Per la decima volta, per ringraziarti.
Perchè della tua voce non mi stanco mai.
A volte trovo un fiocchetto, un sasso a forma di cuore, un paio di calzini nuovi per A., un asciugamano piegato come solo tu sai fare (ma come fai?? Me lo racconterai mai?) al posto di un grumo bagnato informe che avevo lasciato per terra nella fretta di uscire, o portare adolescente da qualche parte.
A volte passi quando non sono in casa, sali senza dirmelo e quando torno trovo solo l’aria di te.
L’idea del tuo profumo e piccole magie che mi fanno capire che hai aleggiato da queste parti e quanto mi ami.
A volte ti chiamo incazzata nera perchè hai fatto ordine e mi hai nascosto le cose, poi metto giù e vorrei richiamarti per dirti che sono un’idiota.
Anche se ci provo non sarò mai brava come te, incasino sempre tutto cercando di imitarti. Posso correre dalla parte destra alla sinistra del letto a tirare le lenzuola per ore e non verranno mai come quando lo fai tu.
– “Guarda il letto, l’ha fatto la nonna“-, mi dice adolescente quando passi a trovarlo dopo la scuola mentre io sono ancora al lavoro, indicando qualcosa che più che un letto assomiglia ad una scultura del Bernini. Pare pure brutto usarlo la sera, per non rovinarlo.
E cosa posso fare se non sorridere e sapere che non sarò mai come te?
Non ti azzardare a lasciarmi sola.
Non abbiamo ancora finito ❤
Grazie mamma,
ti amo immensamente
mamy-001
#siamoinvincibili

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