artrite reumatoide · condivisione

La forza della mente.

Questa complicazione non ci voleva. Mi sta rubando tutta l’energia che avevo.

La preoccupazione per quello che sarà, per come andranno le cose, per le conseguenze che questa trombosi potrà avere sulla mia vita e sulla qualità di essa mi tolgono il respiro ed è un lavoro ricordarsi di cambiare pensiero.

Mi sento un’altra persona. Non sono quella motivata e motivante, quella che vede il lato positivo, il bicchiere mezzo pieno, quella che trova in ogni giorno la gioia e la speranza e soprattutto la voglia di condividere. Cosa condivido? Le lacrime? Il senso di sconfitta?

Oggi ho pianto anche al supermercato. Chiara non te la prendere ma il tuo messaggio in cui mi chiedevi se al seminario avrei partecipato o solo ascoltato mi ha distrutta. Ho iniziato a dirmi cose terribili come: “sei la solita handicappata“, “starai sulla tua sfigatissima seggiolina e tutti faranno cose mentre tu guarderai, come sempre“, “la puoi solo guardare questa vita, piantala di sperare che arriverà il giorno della tua partecipazione“… e così via.

I complimenti maggiori li ricevo per la forza, la perseveranza, la grinta e la determinazione, ma anche per l’allegria, l’attitudine a buttare in ridere e il mio marchio di fabbrica: l’auto ironia. Tutta roba che non trovo ora.

Quindi cosa sono? Un’ipocrita il resto del tempo? Quando prendo il cortisone, cammino, esco, faccio cose e predico che bisogna ridere e non mollare? Bisogna arrivare al burrone per ridimensionare la faccenda. Bisogna prendere davvero paura per vedere se si è poi così bravi. Si è tutti capaci di fare i duri quando le cose sono tollerabili.

Mi sto odiando.

In altre occasioni mi sarei detta: “andrò e farò tutto quello che potrò, perchè sono una tigre e non mollo e sarà bellissimo… l’energia sarà fortissima e avrò attorno tutte anime che adoro con cui mi sento a casa” mentre oggi riesco solo – a stento – a trattenere le lacrime.

Lunedì ho un’altra visita angiologica con una dottoressa che dal curriculum promette bene, speriamo sia comprensiva e capisca che sto tremando dalla paura. Speriamo che chiarisca una volta per tutte cosa posso e cosa non posso fare, qual è effettivamente il rischio di un’embolia e come procedere per la parte calcificata del trombetto.

Mi sembra che la vita ultimamente sia tutta un’attesa. Attesa della decisione del chirurgo, attesa delle risonanze, attesa che le veda la reumatologa e decida come procedere, attesa dell’intervento, attesa delle dimissioni, attesa del recupero, attesa dell’eco doppler, attesa dei 45 gg. di eparina in dosi da cavallo per sciogliere il coagulo…

Forse dovrei semplicemente vivere, senza aspettare nulla…

Mi sento come una che sta cucinando e perde la ricetta, come un cieco che perde il suo cane…non so dove andare… che strada prendere…

Non voglio piangere, non voglio essere debole ma non so come si fa ad essere forti adesso.

Se il trombo se ne andrà, se questa storia finirà bene, mi guarderò indietro e vedrò una perdente. Una che semplicemente ha lasciato trascorrere i minuti e i giorni senza fare nulla, senza pensieri positivi senza grinta ma solo con lacrime e paura. Non voglio essere questa… eppure lo sono anche grazie al fatto che da un mese sto senza farmaci. Il dolore continuo e devastante non fa bene,  toglie energie e aumenta il senso di sconfitta.

Ecco un’altra cosa che sto attendendo: che diano il via libera per riprendere le terapie. Lo so che avevo detto basta farmaci, ma non è possibile. Non è umanamente possibile combattere con l’artrite reumatoide alla pari senza medicine. Non si è alla pari nemmeno con quelle, figuriamoci…

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Forse la soluzione è questa: ricordarsi che siamo sempre noi, anche sotto il velo di mille problemi non siamo la malattia.

Abbiamo una storia, un nome, degli interessi, degli amici e dei sogni che non vanno mollati. A costo di sudare sangue.

Restare sè stessi è la vera battaglia..suggerisce la foto, e forse è il cuore del mio post. Quando sei malato tendi a ridurre tutto alla malattia, a lasciarle uno spazio che non merita, che non le appartiene… piangere va bene, sentirsi a terra va bene purché serva a ripartire.

Se si combatte il dolore si affievolisce, la paura scompare. Il coraggio alimenta sè stesso, esattamente come fanno la paura e lo sconforto, il vittimismo.

Il coraggio è l’ossigeno della la vittoria, così come la paura lo è per la sconfitta.

Inizio del post 11.15 am –> terrorizzata e in lacrime

Fine del post 12.11 am –> forte e combattiva

A volte ci vuole solo un pò di coraggio… ❤

Grazie per la sopportazione 🙂

 

 

13 pensieri riguardo “La forza della mente.

  1. “Non voglio piangere, non voglio essere debole ma non so come si fa ad essere forti adesso.”

    Non so quanto conforto ti porti le mie parole, pero sono convinta che piangere non significa essere deboli. Siamo umani, è del tutto normale vivere i sentimenti che abbiamo, che questo significa ridere, piangere, ironizzare, arrabbiare e quanto altro.

    Non tutto è in bianco e nero: vincenti-perdenti, forti-deboli. La vita comprende tutte queste, a tante, tantissime ancora altre cose, che tutti noi viviamo. Non ti dare colpe che non hai. 🙂

    Un caldo abbraccio 🙂

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  2. ti sei già auto-contraddetta quando hai scritto alla fine del post che sei tornata forte e combattiva…
    chi vogliamo prendere in giro? la malattia fa paura, il dolore fa male, i commenti degli altri potrebbero pure tenerseli ma sembra imperativo essere giudici di tutto e tutti, il peso della vita non è indifferente ed è davvero complicato sorridere a priori, davanti ad ogni nuova sfida.
    a me piace ciò che sto imparando di te perchè sei di una umanità devastante, sei tutte le emozioni del mondo in un corpo unico, riesci a trasmettere ogni cosa come un libro aperto e questo è valido sia per la tua forza da leonessa, ma anche e soprattutto per la fragilità e l’insicurezza che ti impone a volte la malattia.
    io sono una di quelle persone che quando si tratta degli altri riesce a trovare il meglio in ogni briciola, ma che poi non sa apprezzare ciò che è, mentre ammiro, davvero credimi col cuore, il tuo essere unica perchè sai di essere insieme normale ma anche e soprattutto speciale, sai capirti ed accettarti ma soprattutto riesci a migliorarti in maniera attiva, senza dare troppo peso al buio che a volte ti circorda.
    E comunque non puoi piangere perchè tanto c’è un cavolo di caldo che ti fa evaporare le gocce appena fanno capolino sull’angolo dell’occhio! 😉

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    1. mi lasci, se ti va, quando ti va, la tua e mail? o troviamo un modo per sentirci fuori da qui? Mi piacerebbe fare due risate in tua compagnia…. 🙂 sei davvero forte e devo ringraziarti per quello che mi dici. Perdi tempo a consolarmi e a spendere parole gentili e importanti senza nemmeno avermi mai vista, e riesci a regalarmi forza e risate…… ❤

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    2. grazie grazie di cuore e grazie per aver dimostrato di aver capito lo stato d’animo di mmmmmmmmerda che avevo quel giorno…..per fortuna ne capitano pochi così perchè altrimenti non sarei davvero la persona che sono

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  3. Ti perdono perchè in questo periodo i pensieri negativi hanno la meglio, purtrroppo, sulla tua mente ….. ma io, sebbene sia un’handicappata su di una sfigatissima sedia a rotelle dove il non camminare è il minimo, ti posso assicurare che cerco di vivere la mia vita al meglio, a volte guardando quella degli altri, ma sempre con il cervello attivo e in movimento

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    1. hai ragione, hai ragione, hai ragione, hai ragione, mi vergogno da morire…..di solito penso a quello che scrivo..rifletto….questo è uscito così di getto non mi sono nemmeno fermata a pensare a chi avrei potuto ferire..sul serio se potessi mi metterei in ginocchio davanti a te adesso…ho le lacrime agli occhi….
      Mi scuso, se può servire a qualcosa. Mi odiavo quel giorno, mi facevo schifo e cercavo di farmi ancora più male. Ovviamente non sono quasi mai così, non penso quasi mai a certe cose, eppure quando è veramente nera riesco ad essere una persona orribile. Se fossi in te non so come avrei fatto a commentare….sei stata forte. Sicuramente e senza ombra di dubbio più forte di me. Più saggia. Più matura. Mi hai insegnato tanto.
      Se puoi, perdonami ❤

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